Festa della liberazione

Pubblicato il 24 aprile 2020 • ComunePiazza G. Matteotti, 47, 45030 Pontecchio Polesine RO , Italia

Cittadini,

l'attuale emergenza sanitaria in corso, ci impedisce di onorare come d'abitudine il 25 aprile, ma l’ Amministrazione Comunale, l’ Associazione Combattenti e Reduci sezione di Pontecchio , Don Fabio e credo tutti insieme non possiamo per nessun motivo mettere in secondo piano questo straordinario giorno che celebra la Liberazione dal nazifascismo , la forza dei giusti sulla visone totalitaria del mondo.

Celebrare il 25 aprile è e sarà sempre un dovere di noi italiani, a prescindere dall’età, dal luogo di nascita o di residenza, un dovere per continuare a ricordare che la libertà non è un bene definitivamente acquisito.

Le ricorrenze sono importanti, servono a rinnovare nel tempo non tanto la memoria, quanto la presenza. C’è una differenza sottile ma sostanziale tra rammentare e ricordare. Rammentare significa portare alla mente. Ricordare è riportare al cuore.

Si possono rammentare le date, ma i valori, quelli no, quelli vanno ricordati e portati dentro ad ognuno di noi, perché sono come battiti di un cuore comune che permette alle istituzioni, alle comunità, alla società civile di vivere e preservare quelle condizioni di democrazia e libertà che sono necessarie alla sopravvivenza stessa delle persone.

Il 25 aprile è il giorno in cui ricordiamo che le nostre radici sono radici partigiane, fondate da uomini e donne che combatterono per la loro e la nostra libertà. Se è vero che l’uomo è specchio della propria cultura e della propria storia, allora ribadisco con forza che noi siamo portatori di una cultura che rimane antifascista, perché si fonda sulla libertà, sull’uguaglianza e sulla democrazia.

Ricordare oggi non vuol dire solo rendere omaggio al sacrificio e all’impegno di quegli uomini e quelle donne, ma soprattutto vuol dire saper trarre lo slancio ed il coraggio per governare questo nostro tragico periodo.

L’emergenza sanitaria ci sta segnando profondamente. E’ un momento epocale, che lascerà conseguenze e cambiamenti nel nostro modo di vivere. Per tutelare la salute pubblica, che è un “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, abbiamo congelato tutti i nostri impegni e le nostre abitudini quotidiane, limitato movimenti e spostamenti, rinunciato a passioni e frequentazioni. Oggi ci è richiesto di rinunciare in parte alla nostra libertà personale, ma questa rinuncia serve a proteggere un bene altrettanto importante che è la salute di ognuno, la salute di tutti. Per la prima volta ci si accorge veramente quanto sia importante la libertà, quando viene a mancare, anche solo in parte, si comprende quanto sia grande il suo valore.

E se è vero che proprio in questo momento dobbiamo avere la forza di guardare lontano, di immaginare un futuro diverso, allora non c’è cosa migliore, capace di darci forza e speranza, che rifarci all’esempio che tanti uomini e donne hanno saputo lasciare alla nostra capacità di ricordare.

La Resistenza al fascismo è stata il seme da cui sono sorte le conquiste sociali e civili dell’Italia, il grande movimento di solidarietà, di mutualità, di auto organizzazione, di emancipazione, variamente ispirato dalle culture cattolica, socialista, laica e repubblicana; un movimento che portò il popolo ad un protagonismo nuovo e ad una nuova presa di coscienza e che generò via via le grandi forze politiche popolari.

Ci auguriamo che la nuova liberazione favorisca una nuova politica, che metta al centro il benessere e la sicurezza della società e che spazzi via i vizi e i limiti della vecchia politica, fatta di polemiche e recriminazioni.

Ci auguriamo che l’emergenza sanitaria aiuti a ristabilire una più saggia scala dei valori, che consideri la salute ed il benessere di ciascuno un patrimonio prioritario e condiviso, e che l’economia diventi un prezioso mezzo per ottenere il benessere di tutti, invece di rimanere un fine a cui sacrificare gli uomini.

Ci auguriamo che la drammaticità degli eventi spinga l’Europa verso una rinascita, basata sulla libertà, sulla solidarietà, su obiettivi condivisi, sull’unità di azione e, in prospettiva, sull’unità politica.

Ma se attraverso l’attività del ricordare saremo capaci di portate ancora una volta al centro del nostro cuore la forza e la determinazione di chi 75 anni fa ha sacrificato ben più di qualche mese e qualche comodità per difendere la nostra libertà e democrazia di oggi, allora forse, ci apparirà più lieve anche questa resistenza.

La libertà non è un patrimonio disponibile gratuitamente, ma richiede uno sforzo continuo di rinnovamento, ci stiamo accorgendo in questi giorni che può essere persa molto facilmente e, una volta persa, può essere riconquistata solamente con un alto prezzo di sofferenze.

Oggi come allora un grande sacrificio umano ci è stato richiesto. La nostra resistenza è una forma di rispetto.

Quest’anno, nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione, abbiamo bisogno più che mai di celebrare la nostra libertà, di tornare a guardare al futuro con speranza e coraggio.

Anche oggi, come durante la lotta partigiana, come sempre, se ognuno di noi farà bene la propria parte, piccola o grande che sia, ne usciremo e ne usciremo al meglio: più forti, più consapevoli, più rispettosi, più coesi, più solidali, più liberi.

Insieme ce la faremo ancora,

Viva la Resistenza, Viva la Repubblica, Viva l’Italia,

Sindaco

Simone Ghirotto

 

(messaggio in formato pdf allegato)

Ricorrenza 25 aprile

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